SAN FILI BY PIETRO PERRI BLOG: giugno 2012

A chi non ha il coraggio di firmarsi ma non si vergogna di offendere anche a chi non (?) lo merita.

Eventuali commenti a post di questo blog non verranno pubblicati sia se offensivi per l'opinione pubblica e sia se non sottoscritti dai relativi autori. Se non avete il coraggio di firmarvi e quindi di rendervi civilmente rintracciabili... siete pregati di tesorizzare il vostro prezioso tempo in modo più intelligente (se vi sforzate un pochino magari per sbaglio ci riuscirete pure).
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Ricordo ad ogni buon file l'indirizzo di posta elettronica legata a questo sito/blog: pietroperri@sanfili.net

domenica 24 giugno 2012

Il San Fili Blog By Pietro Perri chiude per ferie... meritate.

Da non credere: ho deciso di chiudere (ma solo per una settimana, non preoccupatevi) per ferie il mio blog.
Una lunga settimana lontano dal computer e sopratutto da te, mio carissimo affezionato lettore: sopravviverò? ... dubito, ma dovrò pur provarci.
Sopravviverai? ... ne sono certo. Oltretutto sono sicuro che qualcuno, tra i tuoi conoscenti starà anche festeggiando per la gioia di... non dover leggere, almeno per una settimana, le novità sul mio blog. 
Il "San Fili by Pietro Perri Blog".
Dove sarò in questa settimana? ... top secret. L'informazione mi sarà comunicata solo questo pomeriggio (lontano da computer collegati ad internet) in una busta chiusa. A me sarà data solo la possibilità di scegliere tra la busta numero uno, la busta numero due e la busta numero tre.
... credo che sceglierò la busta numero tre.
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri che vi dà appuntamento su questo blog fra una settimana.
... un bacione alle lettrici. 
... una stretta di mano ai lettori.
... /pace!

sabato 23 giugno 2012

Quando la littorina passava per San Fili.

Voglio regalare, ai cari ed affezionati lettori del mio blog, due stupendi video che mi sono stati segnalati dall'amico Antonio Spedale. 
Tali video sono pubblicati sul sito di "Youtube" e... parlano anche del passato della Comunità Sanfilese.
Sono sicuro di far cosa gradita (spero anche emozionante) a tutti.
Il primo video è del 1970 ed è il seguente:


Ovviamente si tratta di un video, del 1970, che ci fa rivivere per qualche secondo il piacere di ripercorrere, ospiti di una littorina, la vecchia tratta ferroviaria Paola - Cosenza... passando per San Fili.
Anche il secondo video parla di tratta ferroviaria Paola - Cosenza... passando per San Fili ma, in questo caso, siamo nel 1982 e siamo a terra:


... vi sono piaciuti questi video? ... vi sono piaciuti come a me? ... spero di si.
... oltretutto a me che ho vissuto quei periodi e sono salito su quei mezzi... fa un po' accapponare la pelle rivederli in movimento e rivederli su quella tratto ormai dimenticata da dio e dagli uomini.
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... spero d'avervi fatto un bel regalo (anche se il regalo migliore ce l'ha fatto a tutti noi chi ha registrato questi filmati e chi, sopratutto, li ha messi a nostra disposizione su Youtube).
... un grazie di cuore all'amico Antonio Spedale per avermi segnalato tali filmati e... un caro abbraccio a tutti voi dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!

martedì 19 giugno 2012

Carpe diem... la mia versione.
... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!

lunedì 18 giugno 2012

Digressioni sul più e sul meno d'un mancato invito ad un matrimonio di paese.


... in un piccolo paese come San Fili ci conosciamo tutti ed ogni matrimonio finisce per essere... un matrimonio del paese: per un motivo o per un altro tutti siamo invitati e/o tutti perlomeno ci aspettiamo d'essere invitati.
Una vera p***a (visto che finisce alla solita mangiata in ristorante tra l'altro a volte abbinato ad un tavolo con gente indigesta) tra l'altro costosa pure.
Quando vengo a sapere che si sposa qualcuno la prima cosa che penso... quello mi frega. E la paura mi assale ancor di più quando, in quel periodo, mi si avvicina il promesso o la promessa sposa o qualche loro stretto familiare.
Che buffo registrare il fatto che mi abbiano intercettato per chiedermi qualche informazione relativa al mio lavoro e non per consegnarmi l'invito al matrimonio.
Pericolo scampato!
Pericolo scampato?
Poi... il dubbio mi assale: perché hanno invitato tutti (a saperlo chi sono tutti) tranne il sottoscritto?
... sapevano di farmi un piacere o hanno voluto tagliarmi per qualche sgarbo che gli ho fatto in altri tempi? … magari riesco in tale occasione anche a capire perché non sono venuti al mio matrimonio o perché, venendoci, nella busta non si sono neanche pagati il pranzo: … erano ospiti.
... sicuro che sono un loro amico e che sono anche io di San Fili?
... bah, meglio pensare ad altro... magari al prossimo matrimonio che si terrà in paese.
Meglio pensare ad altro e… sperare che anche i prossimi a sposarsi saltino il numero civico della mia abitazione. Tranne, ovviamente, chiedermi poi… ma perché c***o non mi hanno invitato? … possibile che non meritavo di far parte dei loro invitati?
… ed anche questa volta… la mia tasca è salva.
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… un caro abbraccio dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
… /pace!

venerdì 15 giugno 2012

"Gelusa" il romanzo di Loredana Nigri che parla tantissimo anche di San Fili... e non solo.


La locandina.
Mercoledì 20 Giugno 2012 alle ore 16 presso la sala Conferenza di Palazzo Arnone,  in via G. Gravina, a Cosenza, ci sarà la presentazione del libro (romanzo) “GELUSAdi Loredana Nigri. In tale libro si parla tantissimo anche di San Fili ed ovviamente, così come riporto sotto, non solo di San Fili.
L’invito per tutti è ritrovarci con l’autrice alla sua presentazione… mercoledì 20 Giugno 2012 presso la sala Conferenze di Palazzo Arnone a Cosenza.
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IL LIBRO
Leggere Gelusa è come visitare, in un arco temporale di cento anni dal 1830 al 1940, una teoria di stanze dello stesso sinistro palazzo, coabitato all’insaputa gli uni dagli altri, dai 17 personaggi principali, 10 donne e 7 uomini, uniti da inconfessabili vincoli di sangue, e dal comune sentire di essere parte di qualcosa di più grande, profondamente ispirato  da una natura animistica, mitologica, che da sempre esercita sulle genti calabre una fascinazione al punto da determinarne e condizionarne comportamenti e desideri.
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I fatti narrati hanno varie location, alcune reali altre immaginarie. Muovono da San Fili, poi si spostano a Cosenza,  Fermaquila, San Mango d’Aquino, Torino, Policoro, il Brasile, fino a Toronto, Roma, il Carso, per concludersi quindi sulla montagna della Palummara, dove era del resto iniziato. L’amore spinge il 28 giugno del 1914, il protagonista, Maruzzu sulla via della Palummara, ad esplorare e sfidare l’ignoto. Ed un anno dopo è la stessa intensità d’amore, questa volta per la vita, a dirigere sapientemente i passi dell’altra protagonista, Donata, nell’epilogo del romanzo.
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Il passaggio animistico di una natura apparentemente indifferente agli umani, dei 17 personaggi, è segnato dall’incontro sotto traccia di una serie di divinità sumere, greche, romane. Dei e dee capricciosi che giocano per sollazzo con le vite degli umani. Da Ishtar, a Diana, ad Eros, fino alla Madonna con la rosa, in cui nei secoli è stato traslato prima il culto terrorizzato e fanatico per la stessa Ishtar, e poi per Maria Maddalena, speranza e consolazione di quasi tutti i personaggi del romanzo.
La copertina.
Tutto sembra parlare ai personaggi in un linguaggio musicale, visionario, che loro accettano anche se spaventati, perché comprendono che nei luoghi calabri è ineludibile l’incontro con la spiritualità millenaria che anima cose, animali, alberi, fiumi.
Il mito, l’animismo, il paganesimo, la leggenda, col passaggio e la morte di Alarico nella città dei Bruzi, e i contesti della Grande Storia, poi l’Unità d’Italia, il Brigantaggio, l’Emigrazione e la Grande Guerra, diventano in Gelusa carne viva, patimento.
Se i confini del meridione fossero di carne, potremmo affermare che l’unità d’Italia non è compiuta, perché la ferita è ancora aperta, anzi infettata dal silenzio, dalla revisione sui fatti, dalla dimenticanza e del mancato riconoscimento del dolore che ci è stato inferto. La guerra  civile tra piemontesi e meridionali è incistata nella nostra memoria viscerale e oggi sarebbe giusto pacificare noi con loro, ristabilendo magari la verità dei fatti.
Gelusa si può definire un romanzo storico? Certo manca del tutto quella distanza dai fatti, che aiuta a costruire un quadro delle vicende verosimile. Fatti quelli narrati, realmente accaduti, pur se collocati nel romanzo in un impianto di finzione.
Il romanzo è avvitato ad una calabresità greve e leggera allo stesso tempo, che nella sua estrema espressione diventa fatalismo, rassegnazione, ignavia e dall’altro rabbia, consapevolezza di un passato glorioso, orgoglio, ribellione agli stereotipi di lombrosiana memoria, rispolverati negli ultimi anni ad uso e consumo del popolo padano. Al di là della terribile ereditarietà sociale che mortifica la gente di Calabria, i vinti, i perdenti di ieri e di oggi, hanno identici tratti e trattamento, ovunque in questo paese.
In Gelusa val la pena considerare  il legame di terra sangue e speranze che stritola le storie minime dei suoi personaggi nell’incastro dei meccanismi reali, asettici e inesorabili, della Grande Storia. Meccanismi a cui tentano malamente di sfuggire, attraverso le azioni che costituiscono nel romanzo la fitta trama di accadimenti segnatamente calabri, perché intimamente connessi alla natura ambigua e struggente della Calabria con la sua vocazione ambivalente, oscillante fino al fondersi, del terragno con l’arcano.
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L’AUTRICE
L'autrice.
Loredana Nigri, assistente sociale di formazione sistemico relazionale, ha insegnato Metodo e tecniche del Processo d’aiuto presso l’Università degli Studi della Calabria.
Ha pubblicato su riviste scientifiche diversi articoli e saggi sul Servizio Sociale in Italia. Si occupa di Ricerca e Progettazione Sociale nell’ASP di Cosenza, oltre che di pari opportunità e
mobbing.
Per Pellegrini editore ha curato i volumi Relazioni pericolose. Aiutare stanca, aiutare cambia (2009) e La linea d’ombra. Narrazioni sull’aiuto controverso (2011).
Gelusa è il suo primo romanzo.
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IL MOTIVO DI QUESTO SPAZIO
L’autrice vive a San Fili, il paese delle magare, dal… 6.6.6.
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… un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri (che Mercoledì 20 Giugno 2012 alle ore 16 sarà presso la sala Conferenze di Palazzo Arnone a Cosenza… assieme a voi).
… /di cuore!

sabato 2 giugno 2012

… quannu a Santu Fili c'era puru u... Mommarutu!

Attientu, Petru’, ca ddra aju vistu u Mommarutu!
Ohi ma’, cchi d’eni u Mommarutu?
Figlici’, è na cosa brutta veramente. E’ na cosa ca si ti piglia… ti piglia e si finitu. Nun ce jire de chira parte, mi raccumannu!
Ohi ma’, ma… cum’eni?
Eni bruttu assai, figlici’, eni gruossu e nivuru ccu dui uocchi russi cumu tizzuni accesi ’ntra vrascera e spanticati. Tene na vucca ca sa rape ti ngnuce sanu sanu e porta nu mantellu ’ncuoddru cu nu cappucciu chi c’ammuccia a menza faccia. E tene e manu ccu certe ugnia chi nun prumintenu nente de buonu…
Ohi ma’, ma… fuossi a morte? … magari porta puru supra e spaddre  na favuce ppe tagliare a capu ara gente?
… nooo, fliglici’, unn’eni a morte… ma ppe certe cose l’assumiglia nu pocu. U Mommarutu stani sempre ’ntru buju e quannu ti vide sulu ti zumpa davanti e fa nu bruttu viersu chi già chistu ti distrugge ppe sempre. Ti fa gelare u sangu. Io na nota l’aju vistu e de tannu nun mu puozzu dimenticare cchiju!
… nu bruttu viersi, e cum’eni su bruttu viersu… ma’?
Breve pausa nel dialogo, dopodiché...
…. mmuuuuuuuuuuuuu!
… non era mia madre. Il volto di mia madre di botto s’era sbiancato. Leggevo il terrore nei suoi occhi e nei suoi occhi notavo uno strano riflesso: l’immagine che mi ero appena creato  nella mia mente potevo toccarla per mano nelle pupille di mia madre.
Mi volto di scatto e…. Aaaaarghhhh! … di fronte a me c’era nientepopodimeno che… u Mommarutu.
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Chi è “u Mommarutu”? … è un altro di quegli esseri fantastici che fino a qualche decennio addietro hanno caratterizzato il mondo (decisamente orribile) dei bambini sanfilesi. Tale essere comunque lo ritroviamo nella tradizione folcloristica non solo sanfilese ma di gran parte del meridione d’Italia e, con alcune varianti, in tantissime altre popolazioni sparse per il mondo.
“U Mommarutu”, tra l’altro segnalato anche da Vincenzo Dorsa nel suo libro “la tradizione greco-latina negli usi e nelle credenze popolari della Calabria citeriore”, prende alcune caratteristiche di tanti altri “spauracchi” per bambini discoli o troppo vivaci.
Può essere infatti assimilato all’uomo nero, all’orco o a qualche demone particolarmente amante del buio. Insomma può essere assimilato ad esseri scomparsi da tempo o da tempo finiti nelle mani di esperti disegnatori di cartoni animati.
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... un caro (spaventoso) abbraccio dal vostro sempre affezionato Pietro Perri.
... /pace!

... e pensare che qualcuno anche sanfilese è morto per questa Repubblica.

Oggi in Italia è la Festa della Repubblica. La Festa della Repubblica in Italia dovrebbe essere la Festa degli Italiani. Purtroppo alla maggior parte degli Italiani (quelli con la "I" maiuscola, ovviamente) la festa (Monti, i parlamentari, le Istituzioni e company) gliela stanno facendo ormai da qualche mese a questa parte tutti i giorni. Forse è per questo che oggi questa festa non la sento come la mia... festa. Da sanfilese comunque vorrei riportare il ricordo a tutti i Sanfilesi che per arrivare a questa "Festa della Repubblica" hanno dato la propria vita e/o il proprio sangue: il monumento ai caduti di piazza san Giovanni (opera di Leone Tommasi da Pietrasanta, stupenda e operosa cittadina in provincia di Lucca).
Un'opera unica nel suo genere.
... e pensare che qualcuno, anche sanfilese, è morto per la Repubblica che, in Italia, oggi si festeggia. Ai nostri cari defunti, morti sul fronte o in periodi di apparente pace per difendere i nostri valori e le nostre Istituzioni "democratiche", non posso che dire... scusateci!
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace!