A volte per prevedere, nel
bene o nel male che sia, il futuro di una persona, di una località o di una ben
determinata e delimitata zona non c’è bisogno di essere dotati di capacità
extrasensoriali né di essere in possesso di miracolosi oracoli tanto famosi nei
begli anni che furono... anche a San Fili.
E visto che siamo a San Fili,
ovvero nel paese delle magare delle magarie
e soprattutto dei tantissimi... magari e dei pochissimi (per fortuna) magaruni, non c’è bisogno neanche di
essere una magara per poter prevedere
cosa potrebbe capitare da un momento all’altro... magari nei pressi della prima
curva in cui ci si imbatte lasciandoci il bivio per la frazione Bucita alle
spalle e dirigendoci verso il bivio per Paola-Cosenza.
Parlo, in poche parole,
proprio della curva al di sotto del famigerato ostello della gioventù (che
tanti soldi è inutilmente costato finora alle casse dello Stato e... chissà
quanti alle tasche dei cittadini sanfilesi) e poco prima della pizzeria ristorante
SPQR: questa curva prima o poi (e sicuramente nel corso del periodo invernale
in cui stiamo per addentrarci) finirà sulle prime pagine delle cronache dei
quotidiani locali.
Ripeto: non voglio fare né la
magara né la Cassandra di turno... e
comunque me ne si dovrebbe dare merito. Ma se non si procede in tempi
brevissimi a posizionare in tale tratto di strada (appunto tra il bivio per la
frazione Bucita e la pizzeria ristorante SPQR) una robusta ringhiera o un
apposito guard-rail... qualcuno (specie se non della nostra zona) rischia di
misurare l’altezza (il dirupo) divide la strada che porta al bivio per Paola
Cosenza con la strada che dal centro abitato di San Fili porta alla frazione
Bucita.
Parliamo di non meno di sette
o otto metri (almeno nel punto più alto e quindi anche più a rischio) la cui
uscita fuori strada di qualche mezzo e la reale misurazione di tale punto
(dovuto appunto alla caduta del mezzo stesso) potrebbe anche far registrare
danni gravissimi (non voglio spararla grossa ma non sarebbe poi neanche tanto
grossa) agli occupanti dei mezzi interessati.
Inutile dire che i solerti
amministratori del Comune di San Fili nel frattempo e per evitare il peggio
qualcosa hanno fatto.
Si... hanno fatto.
Hanno ad esempio delimitato la
scarpata con una striscia di plastica
bloccata a degli insignificanti tubolari di ferro (ovviamente di pochi
millimetri di diametro) che al primo soffio di vento regolarmente spariscono
alla visuale degli incauti avventori della zona.
Si... sempre più ridicoli.
Ormai della sicurezza della
gente e quindi dell’incolumità pubblica dalle nostre parti non gliene frega più
a nessuno. Ormai dalle nostre parti è più importante pensare a sprecare soldi
pubblici (soldi dei cittadini che comunque non ne avranno benefici in cambio se
non impegnando altri soldi del proprio bilancio familiare) in gestioni quali la
piscina comunale e lussi del genere.
E poi, diciamola tutta visto
che ci siamo, ormai questa entrata nel nostro stupendo centro storico è
diventata una vera e propria vergogna: stracolma com’è di spine o, nel caso
delle aree dove sono state collocate le panchine sotto i pericolosissimi alberi
lateralmente al “calvario” decisamente priva da tempo della benché minima
ordinaria amministrazione (se non quel minimo che sono riuscito ad imporre io
in altri tempi) e quindi emblema del degrado ambientale in cui è caduto il
territorio di San Fili in questi ultimi anni.
Eppure per migliorare il
tutto non ci vorrebbe poi neanche un tale impegno di spesa. Intorno alle
panchine succitate, ad esempio, baserebbe ripristinare la ringhiera con quattro
o cinque pali di legno. Roba a dir poco da fantascienza, vero?
... ed in tanti si lamentano
che ormai San Fili è un paese morto. Con ragione.
* * *
... un caro abbraccio a tutti
dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!
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