Dal Notiziario Sanfilese del mese di marzo 2017 (articolo firmato Pietro Perri).
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Il 30
maggio del 2015, ovvero quasi due anni addietro, si sono tenute le ultime
amministrative sanfilesi. Quelle che hanno visto vincere la lista capitanata
dall’attuale sindaco arch. Antonio Argentino (di cui faceva parte anche lo
scrivente... che purtroppo ai suoi potenziali elettori prometteva solo cultura
e un po’ di cambiamento delle regole del gioco) contro lo sfidante dottor
Giovanni Carbotti.
Sono passati quasi due lunghissimi anni e ne mancano tre
brevissimi all’appuntamento del 2020. Perché, credeteci, in politica su un
quinquennio amministrativo, sono sempre molto più lunghi gli anni passati di
quelli che devono ancora passare.
Di promesse in quel periodo le squadre ne sono state fatte
tantissime e da entrambi i due schieramenti in campo: alcune uguali e contrarie
e qualcuna anche leggermente diversa. Tra le tante, e comunque tra le prime
(quelle uguali) anche quella di recuperare un po’ i nostri centri storici
rendendoli un po’ più decorosi, più vivibili e quindi più allettanti per
qualcuno che, magari residente nelle costosissime realtà urbane attigue al
nostro borgo - magari divinamente abbagliato sulla via di Damasco (ovvero
percorrendo la statale che collega Paola con Cosenza) - pensasse di venire ad
investire dalle nostre ormai altrettanto costosissime parti.
Cos’è cambiato in questi ultimi due anni nei centri storici
di San Fili e della frazione Bucita? ... in peggio tantissimo.
E non voglio in tale spazio entrare in merito alle nuove,
si fa per dire, realtà abitativa sorte tra il 1970 ed il 2010 nel territorio
sanfilese. I cosiddetti “fiori all’occhiello” delle varie amministrazioni
succedutesi nel citato quarantennale arco di tempo alla guida del nostro
amato/odiato Comune: il Frassino ed i Cozzi.
Un bell’esempio di ripristino del decoro urbano messo in
atto, e sempre e comunque nel pieno rispetto delle promesse fatte nel corso
della campagna elettorale sanfilese del mese di maggio del 2015, è sicuramente
rappresentata dalla salita di via Danise alla frazione Bucita.
Definire “da terzo mondo” lo stato di degrado in cui versa
tale rione nel corso dell’anno è sicuramente sottovalutare la “vergogna
amministrativa” stessa: pietre e blocchi di tufo che saltano regolarmente sul
selciato stradale, fontane pubbliche in stato pietoso e chi più ne ha più ne
metta.
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... un caro abbraccio a tutti
dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si
vis pacem para bellum”!
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