San Fili centro storico - scorcio. |
L’articolo che propongo in quest’occasione
ed in questo spazio è stato scritto dall’amico e compaesano Luigi “Gigino”
Iantorno ed è stato pubblicato sul Notiziario Sanfilese (il bollettino dell’Associazione
culturale “Universitas Sancti Felicis” di San Fili) nel mese di maggio 2016.
Parla dei... catuoi, ovvero del nostro recente passato.
Dopotutto i catuoi a San Fili
ufficialmente sono stati definitivamente eliminati agli inizi degli anni
Settanta del secolo scorso. Ufficialmente.
Ma cos’erano (o cosa sono) i catuoi? ... il termine è di origine greca e San Fili, come sappiamo tutti,
ricade nella storica area della mitica Magna Grecia. E significa “stanza
sottostante”. In tale stanza, di fatti un seminterrato o comunque una stanza a
pianterreno, i nostri padri ed i nostri nonni ci allevavano gli animali... da
allevamento: conigli, galline ecc. Necessarie, o comunque di ottimo aiuto, per
il sostentamento alimentare del proprio nucleo familiare.
Ma... vi lascio all’articolo, ad
una più analitica spiegazione del termine e soprattutto ai vivi ricordi di
Luigi “Gigino” Iantorno.
* *
*
Quasi
certamente ormai in tanti hanno dimenticato cos’erano i catuoi.
I catuoi
erano dei locali posti al pianterreno delle abitazioni all’interno del centro
abitato in cui venivano accuditi gli animali d’allevamento necessari al
sostentamento alimentare delle famiglie: galline, maiali, capre, asini, pecore,
conigli e via dicendo.
Al
pianterreno, spesso dei seminterrati, gli animali ed al primo piano i locali
dove si svolgeva tutta la vita della famiglia.
A San
Fili almeno fino alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso tantissime
case avevano un proprio catuoio.
Agli
inizi degli anni Settanta anche la Comunità Sanfilese fu costretta ad adeguarsi
alle norme sanitarie in materia e quindi a chiudere definitivamente l’epoca dei
catuoi all’interno del centro storico.
Oggi,
anche lungo corso XX Settembre, è ancora possibile ammirare alcuni resti di catuoi
ma gli stessi ovviamente non rispondono più all’utilizzo cui erano destinati
fino agli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. Tanti ex catuoi sanfilesi,
infatti, oggi li troviamo trasformati in magazzini, in garage, in ulteriori
preziose stanze adibite ad abitazione civile e persino in negozi e similari.
E non
possiamo dire che non conservino un certo fascino di piacevole, per alcuni
indimenticato, passato.
Inutile
dire che l’odore ai tempi in cui i catuoi sanfilesi funzionavano a pieno
regime e nel rispetto del fine per cui nascevano non era dei migliori. Ma chi
ha vissuto in quei tempi c’era abituato e non ci faceva caso più di tanto.
Anzi, il letame - un concime naturale potentissimo - prodotto dagli animali era
considerato una ricchezza per le numerose campagne che circondavano il centro
abitato di San Fili.
Anche la
mia famiglia aveva un catuoio a disposizione. Ricordo che nello stesso
allevavamo un maiale, una capra e delle galline. Ciò ci garantiva tantissimi
buonissimi derivati della lavorazione del maiale, le uova fresche ed il latte.
Per quei tempi una vera manna.
Il
pavimento dei catuoi spesso era in terra battuta, in ciottoli o al limite
ricavato con incastri di grosse pietre di fiume di opportuna grandezza.
Ricordo
che i maiali spesso si divertivano a scavare, con l’uso del muso e delle zampe,
dei fossi nel pavimento del catuoio e per evitare si usava inserire un
anello di ferro nel muso dell’animale. Il tal modo la povera bestia, sentendo
il fastidio del ferro, rinunciava all’impresa. I maiali sono degli ottimi
scavatori ed hanno anche un ottimo fiuto tanto che in varie parti d’Italia sono
allevati e utilizzati per la ricerca del pregiato tartufo.
In quei
tempi non era strano vedere camminare dei maiali nei vicoletti del nostro
borgo. Non raramente infatti i proprietari portavano i loro animali a pascolare
in alcuni tratti di via Emoli o, imboccata tale via, nel collegamento che dalla
stessa portava magari alla scesa del canalicchio o alle coste.
Tale operazione veniva quasi regolarmente condotta dalle donne del paese che
nel pascolare gli animali si portavano dietro anche qualche lavoretto da
realizzare all’uncinetto.
Inutile
dire che la bontà della carne del maiale di una volta era dovuta anche a ciò.
Agli
inizi degli anni Settanta (quindi appena una quarantina di anni addietro),
dicevo, la musica sul fronte igienico sanitario cambia anche a San Fili ed i
Sanfilesi, qualcuno non senza polemiche e preoccupandosi tremendamente sul come
avrebbe potuto vivere in futuro, dovettero dire addio ai propri catuoi:
l’Amministrazione comunale in carica, ovvero la storica Torre con Orologio
guidata dall’allora sindaco Alfonso Rinaldi, costretta dalle disposizioni
tassative della vigente legge, ordinò ai propri concittadini di allontanare gli
animali d’allevamento dal centro abitato.
Oggi,
col senno di poi l’ammettiamo, non possiamo definire quel cambiamento epocale,
ossia la dismissione dei catuoi all’interno del paese, una vittoria
della civiltà.
*
* *
... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro
Perri.
... /pace ma... “si vis pacem
para bellum”!
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