SAN FILI BY PIETRO PERRI BLOG: C’era una volta... un’altra San Fili.

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mercoledì 17 gennaio 2018

C’era una volta... un’altra San Fili.

San Fili - largo Municipio ('mmienzu u
puontu) nel 1910. Notare le galline pascere
in primo piano,
Qualche anno addietro assieme ad alcuni colleghi di lavoro feci una gita di un giorno ai cosiddetti “sassi di Matera”.
Al ritorno da tale gita non potei fare a meno di lamentarmi sul mio blog (il “San Fili by Pietro Perri Blog” che trovate all’indirizzo internet: 
www.sanfilibypietroperri.blogspot.it) su quanto mi avesse deluso tale gita. Su cosa mi fossi aspettato di trovare e su quanto non avessi trovato.
Tra le cose che mi sarei aspettato di trovare a “i sassi di Matera”, visto la pubblicità che fanno (peggio di un martello pneumatico) su tale luogo, c’è sicuramente una maggiore capacità imprenditoriale e quindi una maggiore capacità di sfruttare quanto la natura o la storia ci hanno immeritatamente elargito.
Purtroppo da Firenze in giù... siamo e saremo sempre e comunque Meridione.
L’oro, diciamo la verità, a noi ci sa di tuorli d’uova marce.
Le critiche non passarono inosservate tanto che nel men che non si dica alcuni operatori turistici di Matera me ne dissero di cotte e di crude. Non mancarono comunque tra gli stessi quanti in effetti presero anche le mie difese.
Qualcuno tra i più critici sul mio scritto disse (... ed a volte a pensar male ci si azzecca pure!) che io ero una persona insensibile perché non riuscivo proprio a capire neanche in che modo vivessero gli abitanti della zona denominata “i sassi di Matera” fino alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso: animali d’allevamento (galline, maiali, conigli, muli, asini. vitelli e chi più ne ha più ne metta) ovunque. E non pochi erano gli esseri umani che dormivano assieme agli animali... magari in qualche grotta.
Tutto ciò come se tale realtà, da esseri dimenticati da Dio e dal Mondo, fosse solo tipica di quella cittadina.
Si stupirono per la mia risposta. Una risposta che lasciava ben pochi margini di ribattere all’argomento aperto: “Scusate...”, dissi loro, “... ma pensate veramente che a San Fili (il borgo in cui io vivo) e gran parte delle cittadine del Sud d’Italia in quel periodo si vivesse diversamente da come si viveva nella vostra Matera?”
Credetemi, non la presero bene. Pensavano d’avere l’esclusiva ed invece...
... invece anche a San Fili, fino alla prima metà degli anni Settanta del secolo scorso, non era difficile vedere galline libere di scorrazzare in cerca di qualcosa da beccare nei nostri caratteristici vicoletti o notare dei recinti con conigli o sentire i maiali grugnire tra i vari catoji (stanze a pianterreno adibita al ricovero degli animali) sparsi, spesso l’uno affianco all’altro, in vari punti del nostro centro abitato.
Oltretutto il possedere nella propria casa un luogo dove accudire tali animali, e gli animali stessi, all’epoca era quasi un simbolo di famiglia benestante.
Dopotutto chi possedeva un mulo, tanto per fare un banale esempio, nel contempo possedeva oltre che un “capitale” (il valore del mulo) anche una buona fonte di reddito.
Bellissima è una pagina scritta dal nostro indimenticato prof. Francesco Cesario dal titolo “la villeggiatura dei maiali” ed apparsa nel suo libro “San Fili nei tempi”.
In tale libro il prof. Francesco Cesario riporta tutta una serie di ricordi della “sua” San Fili tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta del XX secolo.  Se non l’avete letto questo libro e se siete sanfilesi doc... leggetelo. Ne vale proprio la pena.
Ma, direte, a Matera c’era anche chi oltre che con gli animali dormiva anche nelle grotte.
“Ed anche questo...”, rispondo io, “non ci siamo fatti mancare a San Fili e per giunta fino ai primissimi anni Settanta”. Basta infatti pensare al mitico Francesco Mazzulla alias “u Summichele”.
E pensate come dovevano essere puliti e sicuramente profumati i vicoli ed il corso principale del nostro amato/odiato... stupendo borgo.
Altro che gli escrementi di cani in cui ci si imbatte così facilmente ai giorni nostri.
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... un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.
... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!

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