SAN FILI BY PIETRO PERRI BLOG

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domenica 8 ottobre 2023

La Chiesa dello Spirito Santo o di san Francesco di Paola di San Fili. Articolo del prof. Francesco Iantorno.



Nella foto a sinistra (foto by Pietro Perri): Particolare della facciata principale della Chiesa dello Spirito Santo di San Fili. La Chiesa, conosciuta anche col nome di Chiesa di san Francesco di Paola, si trova nel centro storico poco al di sotto della Chiesa Madre nel quartiere denominato Jazza.

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La Chiesa dello Spirito Santo di San Fili.

(Articolo pubblicato a firma del prof. Francesco Iantorno sul Notiziario Sanfilese – mensile dell’Associazione culturale Universitas Sancti Felicis di San Fili – del mese di giugno del 2007)

Sorge nell'omonimo quartiere, in pieno centro storico: ad unica navata, presenta all'esterno una facciata con portale tufaceo, sovrastato da un'ampia finestra con cornice mistilinea e da un timpano triangolare. Dedicata allo Spirito Santo fu eretta nel sec. XVII ed ampiamente rimaneggiata nella seconda metà del Settecento in forme tardo-barocche.

Le prime notizie sulla chiesa e su una Confraternita “sub Regulis Societatis Jesu” ivi operante risalgono all'anno 1666: dagli Atti della Santa Visita compiuta sotto il presulato di mons. Gennaro Sanfelice (1661-1694) emergono, infatti, dati preziosi sull'edificio e sullo stato degli arredi e dei paramenti sacri che erano conservati sotto chiave in un armadio ligneo, posto nei pressi dell’altare.

D. Francesco Amoruso provvedeva annualmente alla celebrazione di trentadue messe per un reddito annuo di 5 ducati derivante da elemosine e dalla rendita di un castagneto, sito nel luogo detto Santa Maria degli Angeli, legato dal quondam D. Andrea Formosa.

La Chiesa conserva al suo interno interessanti opere d'arte: busto ligneo di S. Francesco di Paola, opera seicentesca di scuola napoletana; statua di Cristo che va al Calvario (sec. XVIII) ed un pregevole dipinto di A. Granata raffigurante la Discesa dello Spirito Santo (1797), collocato sull'Altare Maggiore. Sulla volta cinque tele realizzate nel 1908 da Raffaele Rinaldi raffiguranti rispettivamente La fuga di Lot, Davide che mostra la testa di Golia, Giuditta ed Oloferne, Abramo e le tre figure angeliche, S. Francesco di Paola con la Madonna e lo Spirito Santo. Sulle pareti ed ai lati della zona absidale è un ciclo di affreschi del pittore S. Tancredi (1963) con scene tratte dal Vangelo e dalla vita di S. Francesco di Paola.

Degni di nota sono ancora gli stalli lignei dove sedevano i membri dell’Arciconfraternita dello Spirito Santo, realizzati nel ‘700 da maestranze locali, ed un antico confessionale in legno con raffigurazione di Cristo in croce.

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Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.

... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!

 

sabato 7 ottobre 2023

Sacra reliquia ex cingolo san Francesco di Paola busto ligneo San Fili. (Articolo del prof Goffredo Iusi - breve nota di Pietro Perri).



Nella foto a sinistra (foto by Pietro Perri): Busto ligneo (opera napoletana del seicento) di san Francesco di Paola, santo protettore della Comunità Sanfilese, portato a spalla lungo il corso principale del borgo ed in tanti dei vicoletti che caratterizzano il pittoresco paesino di San Fili. Sul pettorale è incastonata una piccola teca conservante una reliquia del miracoloso santo.

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La reliquia di san Francesco di Paola conservata a San Fili nel busto ligneo del santo.

(Breve nota di Pietro Perri)

L’Associazione culturale Universitas Sancti Felicis di San Fili in occasione del quinto centenario della morte di san Francesco di Paola ha voluto onorare lo stesso riportando sul Notiziario Sanfilese (il bollettino mensile della stessa) nei mesi di aprile e maggio del 2007 un brano a suo tempo pubblicato sul bollettino n. 4 del 27 aprile 1987 del “San Fili Fraternity club”. L’articolo era firmato dall’indimenticato prof. Goffredo Iusi.

Considerando alquanto prezioso per la Comunità Sanfilese e per i fedeli del santo protettore dei Calabresi e dei naviganti tutti tale documento affinché tale non vada perso per sempre ho ritenuto far cosa gradita ai più pubblicarlo in questo mio spazio web.

Invitando ovviamente quanti avranno il piacere se non l’onore di poter ammirare lo stupendo busto ligneo di san Francesco di Paola conservato nella chiesa dello Spirito Santo di San Fili di guardare con occhi diversi lo stesso. Ed in particolare osservando con più attenzione e sacra devozione la piccola teca che si trova incastonata nel pettorale del busto stesso.

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SACRA RELIQUIA EX CINGOLO SANCTI FRANCISCI DE PAULA CONFESSORIS.

(Brano tratto dal "San Fili Fraternity club" bollettino n. 4 anno 27 aprile 1987. Da un articolo firmato dal prof. Goffredo Iusi)

Quando, fanciulli, nella Chiesa dello Spirito Santo, guardavamo San Francesco di Paola, che, dalla nicchia alta della piccola cappella incombeva su di noi, gli occhi nostri, più che sul volto, che ci appariva sempre accigliato, si fermavano sulla posta in mezzo al petto.

"E' il suo cuore" - diceva qualcuno - Ma non ne aveva la forma, né il colore rosso, ed era troppo piccolo per essere un cuore.

Era grande, per noi fanciulli, il cuore di San Francesco, per la carità, che ebbe, per i poveri e per la forza, che dimostrò, ai potenti.

Ognuno di noi sentiva raccontare i miracoli del Santo: le sere d'inverno, attorno al focolare, in ogni casa, la vecchia della famiglia diceva dell'albero tagliato a mezzo, della moneta che grondò sangue, dell'asino che gettò i ferri, del mantello fatto barca, dell'agnello che uscì dalla fornace, della pietra fermata sul costone del monte.

Zia Monaca leggeva a me le pagine di un grosso libro quasi cantando le parole. Chiudevo gli occhi e vedevo quel mondo di uomini, case, terre, animali e sentivo le voci; il Santo mi appariva grande con la barba lunga e bianca: la fantasia, che si accendeva alle parole, creava la vita d'un tempo lontano, ma non diverso dal nostro, se i nonni e i padri, dicevano che ci voleva ancora un San Francesco con il bastone ad umiliare i potenti e con la carità a consolare i poveri.

Scopriamo che non era il suo cuore, quando guardammo, da vicino, la statua sul sacello ligneo processionale: era una piccola teca ovale composta in mezzo al petto; la linea d'oro spiccava sul nero della tonaca e, sotto il vetro, su campo rosso si staccava un grumo nero.

Don Antonio, il sacerdote che celebrava messa nella Chiesa dello Spirito Santo, ci disse del reliquario, del pezzetto di cordone, dell'Arciconfraternita dello Spirito Santo: una storia di fede dei padri, quando, nel tempo antico, la religione era amore ed opere.

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Di recente, provvedendosi alla sistemazione dell'Archivio della Chiesa dello Spirito Santo, è stato rinvenuto il documento che attesta l'autenticità della reliquia, che riporta il nome del Frate cui fu donata, che descrive la custodia d'oro, che indica le norme di uso.

La reliquia, ottenuto con elargizione da Frate Angelo, fu ceduta dal laico professo di Aprigliano ad un monaco di San Fili, certamente del convento di Santa Maria degli Angeli.

Le ricerche nell'Archivio della Chiesa dello Spirito Santo non hanno portato, fin'ora, al ritrovamento di altri documenti; le notizie e le date riportate nella "lettera" e nelle annotazioni consentono di proporre la probabile storia della reliquia.

Ai primi del 1700 era stata creata, nella Chiesa dello Spirito Santo, la cappella di San Francesco dì Paola, in cui fu posta la statua del Santo, una scultura lignea di scuola napoletana di notevole pregio artistico.

L'Arciconfraternita dello Spirito Santo la adornò dell'aureola, del bastone e del fastoso medaglione di argento. Certamente, progettò anche di consacrare la statua con una reliquia del Santo.

E, sicuramente, l'Arciconfraternita si rivolse ai monaci del convento di Santa Maria degli Angeli, che, per i rapporti con le molte comunità dell'Ordine Minorita della Calabria e delle altre province religiose del regno di Napoli, potevano assicurare la ricerca e la donazione della reliquia.

Il convento di Santa Maria degli Angeli, costruito nei primi anni del 1600, era allora uno dei più importanti e famosi della Calabria.

Le date riportate nel documento (30 gennaio 1734 o 1736: donazione della reliquia; 14 gennaio 1737: presa d'atto della Diocesi di Cosenza) e l'attestazione della consegna della reli­quia (senza data, ma da supporre nello stesso mese di gennaio 1737, probabilmente nello stesso giorno 14) al Padre del convento di Santa Maria degli Angeli, provano che Frate Angelo di Aprigliano ottenne la reliquia non per incarico dell'Arciconfraternita dello Spirito Santo; ne è conferma la mediazione del Padre del convento di Santa Maria degli Angeli, che, ricevuta la reliquia dal confratello, la cedette al Priore dell'Arciconfraternita dello Spirito Santo.

Non è scritto se Frate Angelo di Aprigliano, che ottenne la reliquia con elargizione dal Vicario del cardinale Francesco Pignatelli, sia stato ricompensato dal confratello del convento di Santa Maria degli Angeli.

Con altra grafia, per lungo, sulla parte inferiore del documento, è scritto: "cingolo di San Francesco di Paula"; il Priore dell'Arciconfraternita della chiesa dello Spirito Santo, conservandolo nell'Archivio, donò un titolo al documento.

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TRADUZIONE DEL DOCUMENTO ORIGINALE IN LATINO

 

FRANCESCO

per misericordia divina Vescovo di Ostia,

Cardinale di Santa Romana Chiesa

Pignatello

Arcivescovo di Napoli, Decano dello stesso Sacro Collegio

Vicario Generale per la Diocesi di Ostia

Marco Antonio Malfitano, Vicario del detto e Protonotario

Apostolico

 

A tutti ed a ciascuno, che vedranno le presenti lettere, facciamo indubbia fede ed attestiamo che, essendoci mostrate moltissime Sacre Reliquie, le abbiamo riconosciute estratte da luoghi autentici con lettera autentica e munite di sigillo, da cui abbiamo estratto la presente particella dal cingolo di San Francesco Confessore, che abbiamo collocato reverentemente in un piccolo reliquario di oro lavorato, ornato di figure, chiuso da un solo cristallo nella parte anteriore e lo abbiamo legato con una funicella di seta di colore rosso e segnata con impresso il nostro sigillo su cera rossa spagnola per l'indubbia identità di esso, e riposto, a maggior gloria di Dio ed a venerazione dei suoi Santi abbiamo donato, e siamo stati ricompensati, a Frate Angelo di Aprigliano, laico professo dell'Ordine dei Minori Riformati di San Francesco, perché la presente Sacra Reliquia tenga per se' o doni ad altri o sia esposta alla venerazione pubblica in qualunque Chiesa, Oratorio e Cappella.

In fede di ciò comandammo di preparare queste presenti (lettere) sottoscritte di nostra mano e confermate dal nostro sigillo.

Fatto a Roma, fuori della porta di Ostia, in questo giorno 30 del mese di gennaio 1734 (o 1736).

 

Marco Antonio Amalfitano Vicario

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Nella parte scritta a mano, sull'altra metà del foglio, alcune parole sono di difficile interpretazione.

Dal contesto risulta che "nel giorno 14 gennaio 1737, la Diocesi di Cosenza prende atto che la Sacra Reliquia è stata donata a Frate Angelo di Aprigliano con la facoltà di tenerla per se', di donarla ad altri, di esporla alla venerazione dei fedeli in qualunque Chiesa o Oratorio".

L'atto è firmato dal Vicario Diocesano.

Di seguito si legge: "E' da detto Frate Angelo di Aprigliano data al Padre ………. da San Fili per poterne disporne a suo modo ".

 

Firmato ……... Cancelliere.

 

A margine del foglio, per lungo, è scritto con altra grafia: "cingolo di San Francesco di Paula".

 

Goffredo Iusi

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Un caro abbraccio a tutti dal sempre vostro affezionato Pietro Perri.

... /pace ma... “si vis pacem para bellum”!